Il Ministero dell’Economia ha pubblicato il Bollettino delle entrate tributarie che, considerando anche la difficile congiuntura economica, riporta dati sicuramente positivi per l’Erario. Nel periodo gennaio-agosto 2012 le entrate si sono attestate a 268.736 milioni di euro, mostrando una crescita del 4,1% (+10.462 milioni di euro); al netto dell’imposta sostitutiva una tantum sul leasing immobiliare registrata ad aprile 2011, la crescita tendenziale si porta al 4,6%.
Nel complesso, osserva il Ministero, alla variazione delle entrate che affluiscono al bilancio dello Stato hanno contribuito il gettito di spettanza erariale della prima rata di acconto dell’IMU che è risultato in linea con le previsioni, l’imposta sostitutiva su ritenute, interessi e altri redditi di capitale, l’imposta di bollo e l’imposta di fabbricazione sugli oli minerali.
Procedendo ad una disamina per tipologia di prelievo fiscale, le imposte dirette aumentano del 4,4% (+6.074 milioni di euro). Il gettito IRE evidenzia una lieve variazione negativa dello 0,6% (-641 milioni di euro) che riflette l’andamento delle ritenute dei lavoratori autonomi (-4,2%), dei versamenti in autotassazione (-3,5%) e la riduzione dal 10% al 4% della ritenuta d’acconto applicata ai pagamenti relativi ai bonifici disposti dai contribuenti per beneficiare di oneri deducibili o di spese per le quali spetta la detrazione d’imposta. Crescono le ritenute dei lavoratori dipendenti pubblici (+0,6%) e dei dipendenti privati (+0,7).
Sostanzialmente stabile il gettito IRES che si attesta a 17.525 milioni di euro (-0,3%, pari a -53 milioni di euro).
Tra le altre imposte dirette significativo risulta l’incremento dell’imposta sostitutiva su ritenute, interessi e altri redditi di capitale (+1.995 milioni di euro, pari a +48,2%) influenzata da diversi fattori di carattere tecnico-normativo e, in particolare, dalla recente riforma del regime di tassazione delle rendite finanziarie.
Andando invece alla imposizione indiretta, svincolata quindi dalla capacità contributive soggettiva, si registra un incremento complessivo del 3,7% (+4.388 milioni di euro). Al netto dell’imposta sostitutiva una tantum sul leasing immobiliare la crescita delle imposte indirette è risultata pari a 4,8% (+5.647 milioni di euro). In flessione il gettito IVA (-1,3% pari a -913 milioni di euro) che riflette l’effetto congiunto dell’aumento della componente IVA del prelievo sulle importazioni (+0,7%) e della flessione della componente relativa agli scambi interni (-1,6%) che risente della stagnazione della domanda interna in particolare nel comparto dei beni di consumo durevoli compensata solo parzialmente dagli effetti legati all’incremento di un punto percentuale dell’aliquota IVA introdotta dal D.Lgs. n. 138/2011. In aumento anche il gettito delle imposte sulle transazioni che nel complesso aumenta del 34,6%. Nuovo convitato nel già ricco risiko delle tasse è l’imposta di bollo; per effetto dei provvedimenti fiscali approntati nella seconda metà del 2011 che la porta ad insistere sui rapporti bancari (sono esenti solo i fondi pensione e i fondi sanitari) l’incremento è addirittura del 149,4% (+2.972 milioni di euro) In flessione invece il gettito dell’imposta di consumo sul gas metano (-23,4% pari a -750 milioni di euro) a causa del meccanismo di versamento dell’imposta e del calcolo del conguaglio sui consumi dell’anno precedente. E la “tassa sulla speranza”. Tra le entrate relative ai giochi, che si riducono complessivamente del 6,8% (-624 milioni di euro), si evidenzia l’andamento positivo delle lotterie istantanee (+1,2% pari a +12 milioni di euro) e degli apparecchi e congegni di gioco (+1,6% pari a +40 milioni di euro) mentre risultano in calo le entrate relative ai proventi del lotto (-8,8% pari a -393 milioni di euro).
Non è però tutto oro quello che luccica.
La pressione fiscale, come denunciano ogni giorno di più le parti sociali, sia la componente confindustriale che quella sindacale, è eccessiva. Molto eloquenti a questo proposito i dati elaborati dalla CGIA di Mestre. L’Associazione in particolare ha calcolato in uno studio il peso del Fisco sulle aziende dal 2012 al 2014 osservando come con l’innalzamento delle tasse da parte del governo Monti, l’aggravio per le imprese è pari a 5,5 miliardi di euro.
Mettendo a confronto gli effetti economici che è previsto vadano ad aggravare il carico fiscale e contributivo delle imprese con quelli, invece, che ne dovrebbero alleggerire il peso, secondo la il saldo, nel triennio 2012-2014, sarà positivo per l’erario, con le imprese italiane che si troveranno a pagare quasi 5,5 miliardi di euro in più.
Quali sono gli elementi determinanti?
Sottraendo dai 19 miliardi di tasse e contributi introdotti dal governo Monti, i circa 13,6 miliardi di euro di alleggerimento fiscale che l’esecutivo ha deciso di praticare nel triennio considerato. L’effetto più rilevante è prodotto secondo la CGIA sulle micro imprese, in particolar modo quelle senza dipendenti che non potranno avvalersi degli sgravi IRAP previsti per i dipendenti e dell’ACE, Aiuto alla crescita economica, visto che per le aziende in contabilità semplificata non potranno applicare quest’ultima.
Per la CGIA gli aumenti di imposta sono calcolati a cominciare dal 2012 con l’introduzione dell’IMU. Rispetto all’ Ici, il prelievo medio per i negozi e i laboratori risulta mediamente raddoppiato, mentre per i capannoni si registrano incrementi di imposta che superano il 60%; ciò è dovuto all’aumento del coefficiente per la determinazione della base imponibile che passa da 60 a 65.
Ulteriori elementi sono determinati anche dall’aumento nel 2012 del 1,3% delle le aliquote contributive INPS a carico degli artigiani e dei commercianti; che nel 2013 subiranno incrementi dello 0,45% sino a portare nel giro di qualche anno l’aliquota di questi lavoratori autonomi al 24%.
Sempre nel 2013 le imprese devono fare i conti con la riduzione della deducibilità dei costi per le auto aziendali che il Fisco non riconosce più nella misura del 40%, ma solo del 27,5%.