POS obbligatorio per tutti

Per effetto delle novità introdotte dal D.L. 179/2012, convertito con modificazioni dalla Legge 17 dicembre 2012 n. 221, a decorrere dal 1° gennaio 2014, i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, sono tenuti ad accettare i pagamenti effettuati attraverso carte di debito. 

La platea di soggetti interessati è pertanto decisamente ampia, in quanto si va dai commercianti (al dettaglio e all’ingrosso), agli agricoltori, agli ambulanti, nonché ai professionisti. 



Si attendono, tuttavia, i decreti del ministro dello Sviluppo economico e del ministro dell’Economia e delle Finanze, con i quali devono essere disciplinati gli eventuali importi minimi, le modalità e i termini, anche in relazione ai soggetti interessati, di attuazione della disposizione. 

I tempi sono sicuramente ristretti (meno di due mesi), per cui si affidano le speranze a una proroga. 



In ogni caso, i professionisti hanno già mostrato tutte le loro perplessità davanti a questo nuovo adempimento, che rischierebbe di far lievitare i costi di studio in misura non indifferente, senza che siano chiare le finalità della norma. 



Se in prima battuta è stato rilevato come l’intervento in oggetto fosse un’ulteriore misura nella lotta all’evasione fiscale, non può non ricordarsi che tale finalità sembra essere stata già ampliamente raggiunta con il D.Lgs. 231/2007, che, come noto, ha posto il limite di 999,99 euro per l’utilizzo dei contanti, imponendo, già per tale via, l’utilizzo di strumenti tracciabili come assegni non trasferibili e bonifici. 



Se si volesse invece pensare alla possibilità per il professionista di disporre di un più ampio ventaglio di soluzioni per le l’incasso delle parcelle, nonché a una finalità agevolativa nei confronti dei clienti degli studi, si dovrebbe rilevare come la disciplina sia effettivamente da rivedere, in quanto si tiene conto solo delle carte di debito, ignorando le carte di credito, mentre non vengono in alcun modo considerati i massimali di spesa giornalieri, che potrebbero rendere difficile l’incasso di parcelle professionali. 



Inoltre, a fronte del nuovo obbligo introdotto, non è stata emanata alcuna disposizione che limiti il costo del servizio. Gli oneri bancari connessi a una postazione Pos, infatti, non potendo essere totalmente “assorbiti” dallo Studio, non solo finirebbero per essere addebitati al cliente (con buona pace delle norme volte ad agevolarli), ma sarebbero anche distorsive della concorrenza, ove si pensi al diverso impatto che può avere una spesa in un grande studio rispetto a uno di piccole o piccolissime dimensioni. 



Inoltre, almeno per ora, non si considera in alcun modo la tipologia di clienti dello studio professionale: allo stato attuale sarebbero pertanto tenuti all’adempimento anche i professionisti monocommittenti che vengono già pagati esclusivamente a mezzo bonifico. 



Le iniziative avviate dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri

Dopo gli Architetti, anche gli Ingegneri hanno mostrato tutte le loro perplessità su questa nuova previsione normativa. 



Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha pertanto fornito importanti spunti per i decreti attuativi di prossima emissione. 

Con una Circolare del 31.10.2013 è stato infatti comunicato che, nell’ambito di un incontro tenuto con il Dirigente Generale del MSE (Direzione generali per il mercato, la concorrenza, il consumatore, la vigilanza e la normativa tecnica), sono state avanzate le seguenti proposte: 

– escludere, almeno in una prima fase, i professionisti che emettono un numero limitato di fatture; 

– escludere i professionisti che svolgono le loro prestazioni prevalentemente per una clientela “business”, come società, altri professionisti o pubbliche amministrazioni. 

Il CNI auspica inoltre un successivo incontro con il Ministero dell’Economia e delle Finanze. 

Pertanto, non si può che rimanere in attesa dei successivi sviluppi.