Redditometro: non è crociata contro i ricchi

Premessa – “Dicono che è scandaloso: forse sono scandalosi i 120 miliardi di evasione fiscale”, è quanto afferma il vicedirettore dell’Agenzia delle Entrate Di Capua nel corso del convegno di studio sul nuovo redditometro, organizzato dall’Ordine dei commercialisti di Roma e dall’Accademia Romana di ragioneria.

La funzione – Il vicedirettore Di Capua sostiene che il redditometro “non è una crociata contro la ricchezza”, ma servirà a colpire l’evasione “spudorata”. Con il nuovo strumento si misurerà solo la corrispondenza tra reddito dichiarato ed entità della spesa, o “reddito consumato”.

L’utilizzo – Nel corso del convegno i commercialisti di Roma plaudono alla strumento, tuttavia chiedono all’Amministrazione di utilizzarlo con “ragionevolezza”. Concordano sul fatto che non sarà uno strumento di accertamento di massa, in quanto interesserà solo lo 0,1% dei contribuenti.

Cgia di Mestre – Della stessa opinione è la Cgia di Mestre per la quale “il redditometro avrà un impatto light. E’ stato montato un allarmismo eccessivo”, dice il segretario degli artigiani Giuseppe Bortolussi.

La soglia di 12.000 – Sulla soglia dei 12.000 euro annui, il vicedirettore precisa che non si tratta di una franchigia, poiché sarà considerata al momento della selezione dei contribuenti da controllare, dunque a monte, e trova riscontro sugli strumenti informatici messi a disposizione come il redditest.

Tempi – Inoltre, Di Capua ribadisce che il redditometro sarà operativo non prima di marzo. Mancano, infatti, la circolare dell’Agenzia per gli ispettori, in lavorazione, e le liste selettive dei soggetti da sottoporre a controllo.

Le spese – Da ultimo è stata trattata la vicenda delle spese all’attenzione del Fisco spiegando la scelta di utilizzare il complesso della spesa come parametro e non solo alcune spese “sintomo” del tenore di vita. “Per questo riteniamo giuste le 100 spese dello strumento”, ha puntualizzato Di Capua. E poi ha precisato: “Per il Fisco è indifferente l’acquisto di un diamante da 100.000 euro o 100.000 euro di carta igienica. Perchè è corretto che il fisco non dia giudizi sul tipo di spesa. Comunque il contribuente dovrà dimostrare di avere un reddito per supportare quella determinata spesa”. Indice di pericolosità non è l’acquisto in sé di un Suv o di un cane di razza, ma lo scostamento tra spese e reddito dell’anno. E al proposito risponde sulle spese veterinarie. “Avere un animale domestico non è rilevante di per sé ai fini fiscali, ma se il Fisco rileva per l’animale spese ingenti, senza un reddito adeguato, allora la situazione sarà presa in considerazione”.