Contributi delle startup all’occupazione

Le startup sono una risorsa per l’occupazione e una marcia in più per l’ecosistema produttivo: sono 500mila e alimentano circa 3 milioni di posti di lavoro l’anno negli Stati Uniti secondo recenti dati forniti dal Census Bureau. Sostengono una macchina per la costruzione di opportunità lavorative in settori dove vengono richieste qualifiche professionali elevate. Epicentri nella generazione di startup sono, ad esempio, la Silicon Valley californiana che riunisce grandi aziende hi-tech dell’information technology e il Boston-Worcester corridor per il biotech. I casi di successo hanno generato occupazione anche all’estero. Facebook nel 2004 era l’idea di uno studente dell’università di Harvard, Mark Zuckerberg: pochi anni dopo il social network diventa un asse portante per la distribuzione di informazioni su internet, uno spazio per videogame, uno strumento di marketing. L’investimento iniziale è stato di circa 200 dollari. Oppure Apple: il suo App Store permette di scaricare applicazioni da installare e vengono progettate soprattutto da piccole e medie imprese del software. Le stime di TechNet valutano che siano stati 466mila i posti di lavoro collegati alla “app economy” nata negli ultimi cinque anni con lo sbarco delle vetrine di applicazioni (App Store di Apple, Google Play di Google, App Center di Facebook). Quello dell’innovazione hi-tech è un meccanismo che ha talmente bisogno di cervelli da aver aperto le maglie per l’ingresso di lavoratori qualificati dall’estero capaci di sostenere la crescita generata dalle startup distribuite sul territorio.

Lo scorso aprile il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha firmato il Jobs (Jumpstart our business startups) Act. In questo modo facilita la nascita e la raccolta di fondi per le startup, allargando l’accesso ai finanziamenti a investitori non accreditati, anche attraverso il crowdfunding: è la raccolta di denaro mediante quote che, sommate, garantiscono il sostegno economico a imprese innovative, ad esempio con fondi seed (in genere meno di 500mila euro) o early stage. E possono tradursi in nuovi posti di lavoro.

In Italia il tasso di disoccupazione a settembre 2012 era al 10,8%, in aumento rispetto all’8,8% di un anno prima. E fra i 15 e i 24 anni sale al 35,1%. Per i giovani le startup sono un possibile percorso facilitato dal recente decreto Sviluppo, approvato dal Consiglio dei ministri, che permette di avviare una Srl semplificata. Introduce, inoltre, contratti di lavoro che prevedono l’assunzione a tempo indeterminato dopo quattro anni e una remunerazione definita da una parte ?ssa e una parte variabile (anche con quote della società). Università, parchi tecnologici e incubatori privati si candidano a diventare nodi centrali per lo stimolo alle startup. Affiancati dagli investimenti in ricerca e sviluppo delle imprese.